Rivestimento in cotto
Se le facciate in pietra esprimono il “colore” della natura, quelle in cotto esprimono decisamente il “calore” della terra.
Affacciatosi abbastanza recentemente nel settore dei rivestimenti ventilati, il cotto si è dimostrato un materiale certamente idoneo dal punto di vista della resistenza, oltre che dal punto di vista del calore architettonico.
Derivato dell’argilla, il cotto ritrova il suo DNA ai tempi dell’antica Etruria ed il suo splendore nell’epoca rinascimentale.
Se il classico mattone può arrogarsi a ragione il titolo di portatore del passato e della tradizione, il cotto, dal punto di vista architettonico, ne rappresenta la degna evoluzione, l’evoluzione funzionale da muro portante a vero e proprio scudo esterno.
Si è detto, riteniamo giustamente, che l’architettura del cotto opera in direzione della enfatizzazione delle superfici, sostituendo la tradizione (ed aggiungeremmo la cultura) del muro con l’idea dello schermo, dello scudo protettivo, contrastando l’appiattimento espressivo con l’esaltazione della geometria.
In questo senso, la deontologica modellabilità dell’argilla, nel contesto di una tecnologia industriale avanzata, ben si presta all’esaltazione delle forme e dei volumi architettonici.
Così come per le pietre naturali, anche per il cotto lo spessore in facciata è importante, ma esistono anche soluzioni rinforzate a spessore ridotto.
Per l’impiego in facciata, l’attuale tecnologia di produzione garantisce manufatti di assoluto interesse in senso qualitativo e prestazionale, nonché formati e forme di ottimo livello architettonico, oltre alla possibilità di accostamento con altri materiali, quali le pietre naturali.