L'ancoraggio in facciata

Premessa

In tema di facciate ventilate, ai fini di una organica esposizione, bisogna innanzi tutto distinguere tra ancoraggi a scomparsa ed ancoraggi a vista. Questi ultimi sono d'obbligo per le facciate in materiali di ridotta resistenza allo strappo, mentre, in caso contrario, pur in presenza di spessori ridotti, è ipotizzabile anche un sistema di ancoraggio "a scomparsa”. Indipendentemente dal fatto che si tratti di facciate pesanti o di facciate alleggerite, di rivestimenti di certo spessore o di spessore ridotto, bisogna comunque distinguere tra due grandi sistemi di ancoraggio, dipendenti sostanzialmente dal tipo di tamponamento dell'edificio e dalla possibilità di avere un certo spessore globale del pacchetto "facciata ventilata" o meno:


Sistema di ancoraggio puntuale o puntiforme (fig. 1)

Sistema di ancoraggio su sottostruttura metallica (fig. 2)

Come più volte affermato, il sistema di ancoraggio puntiforme è proponibile esclusivamente nel caso di tamponamenti in calcestruzzo, dovendosi, altrimenti, predisporre una sottostruttura metallica gravante a carico delle strutture portanti (pilastri e solette) dell'edificio. Ai fini di risparmio dei costi, va precisato che il minor costo relativo al sistema di ancoraggio puntiforme risulta in definitiva penalizzato da un maggior costo di manodopera conseguente ad una nettamente minore velocità di posa.

Sistemi di ancoraggio a scomparsa di tipo puntiforme

I sistemi di ancoraggio a scomparsa sono essenzialmente due: il sistema con staffe ad alette rivoltate ed il sistema caratterizzato da staffe con pin di ritenuta. Il primo sistema prevede una fresatura continua sulle coste orizzontali delle lastre, ai fini di alloggiamento dell'aletta rivoltata, che ha la funzione di trattenimento delle lastre, mentre la funzione di portanza è demandata alla sezione orizzontale della staffa. Il secondo sistema, caratterizzato da staffe con pin di ritenuta, richiede un semplice foro di alloggiamento sulle coste orizzontali delle lastre, foro di diametro maggiore rispetto al diametro del pin, tale da consentire l'introduzione di silicone o l'utilizzo di pins con tubetto protettivo in materiale siliconico, aventi entrambi la funzione di ammortizzare le spinte orizzontali del vento e le dilatazioni termiche o i normali aggiustamenti del fabbricato. In zone a forte escursione termica negativa, Rossi consiglia, nel caso di utilizzo di staffe con aletta rivoltata, di effettuare fresature ridotte a slot, onde poterle riempire di silicone. Questo sistema evita il possibile ristagno di acque piovane e quindi eventuali fenomeni di gelività, lasciando comunque spazio alle normali dilatazioni. Al fine di evitare detti fenomeni di ristagno di acque piovane, può ipotizzarsi anche un sistema con staffe dotate di pins di ritenuta, posizionate lateralmente, sulle coste vertical; tale sistema può ritenersi idoneo esclusivamente ove consenta eventuali dilatazioni termiche, cioè in presenza di giunti aperti e di certa dimensione.

Sistemi di ancoraggio su sottostruttura metallica

Abbiamo già avuto modo di affermare come sia importante che tutte le spinte, sia verticali che orizzontali, siano poste a carico della struttura portante dell'edificio. Il peso delle lastre di rivestimento, quando le stesse siano in marmo, granito, materiali ricomposti ecc., può superare facilmente anche i 80/100 Kg., che di per sé dicono poco, ma che, proiettati a distanza, si traducono in un momento flettente di notevole entità. Se poi detti valori si sommano all'incidenza dei carichi orizzontali, nonché a variabili rapportate alla zona, all'altezza, alla forma e all'esposizione dell'edificio, ne consegue automaticamente come la valutazione globale delle forze incidenti sul punto di fissaggio sia tale da suggerire di trasferire ogni spinta a carico delle strutture portanti del fabbricato. Trasgredire questa norma equivarrebbe ad accollarsi ed accollare responsabilità di non poco conto! Nel caso in cui il tamponamento sia di tipo tradizionale (laterizi, prisme ecc.), unica soluzione atta a trasferire ogni spinta sulle strutture portanti è costituita dalla realizzazione di una sottostruttura metallica, la quale è certamente deputata al sostegno dei carichi verticali ed al contenimento delle spinte orizzontali (sia pure, a volte, in combinata con il tamponamento), ma al contempo ha la funzione di trasferire gran parte delle spinte sulle solette dell'edificio, cui è meccanicamente e saldamente ancorata. Qualora l'incidenza delle spinte orizzontali risulti di rilevanza tale da sconsigliarne la ripercussione sul tamponamento, sarà bene sovradimensionare i componenti della sottostruttura in modo tale che la stessa sia idonea, di per sé, a contrastare ed assorbire dette spinte, indipendentemente dal suo appoggio o fissaggio sul tamponamento. Mentre sulle staffe (due per lastra o una doppia in corrispondenza dei giunti) grava solo il carico orizzontale incidente sulla singola lastra più il carico verticale determinato dal peso proprio della stessa rapportato alla distanza, sulla sottostruttura grava la somma di questi carichi moltiplicata per il numero di lastre a carico della stessa (specchio di facciata). L'entità di queste spinte rende assolutamente necessaria una verifica statica che tenga conto dei diagrammi di sollecitazione risultanti da un'analisi computerizzata dei carichi verticali, delle spinte del vento, del carico termico, con preciso calcolo delle frecce, delle deformate, dei momenti flettenti, torcenti ecc. Se infatti la finalità di una sottostruttura è quella di trasferire tutte le spinte sulle strutture portanti del fabbricato, non si può assolutamente prescindere dal verificare se essa stessa, come già abbiamo avuto modo di dire, sia di per sé in grado di sopportare ogni spinta, verticale ed orizzontale. Le sottostrutture metalliche possono essere ancorate a parete (fig. 3) o a sbalzo (fig. 4), a seconda della tipologia del tamponamento e delle esigenze di cappottatura uniforme.

Sistema di sottostruttura a doppia orditura

Nel caso di specchiature piene di certa superficie con lastre posizionate a giunto sfalsato, può essere conveniente l’utilizzo di sottostrutture a doppia orditura, cioè con profili di ancoraggio verticali e correnti orizzontali (fig. 5)

Sistema di sottostruttura con profili ad omega Qualora fosse necessaria una sottostruttura particolarmente pesante, soprattutto al fine di evitare che spinte orizzontali gravino su un tamponamento di precaria consistenza, sarebbe preferibile orientarsi su profili ad omega, la cui sezione garantisca la necessaria portanza.

Disposizione della sottostruttura

La sottostruttura può essere disposta in modo da consentire un ancoraggio con due staffe singole per lastra (fig. 6) o in modo da consentire un ancoraggio con staffe doppie posizionate in corrispondenza dei giunti verticali delle lastre (fig. 7). Ai fini di una più precisa ed agevole regolazione, è consigliato l’uso di staffe singole.

Fasi preliminari al montaggio

Allo scopo di ottenere una buona complanarità della facciata e di evitare errori che ne comporterebbero lo smontaggio, la posa in opera deve assolutamente essere preceduta dalla predisposizione degli opportuni calandri e lenze. Dato per scontato, infatti, che in sede di rilievi ed al fine di dimensionare esattamente i vari elementi del sistema di ancoraggio, siano state verificate e rilevate tutte le differenze di strapiombo, va da sé che debba essere tenuta in conto la distanza massima necessaria e che su questo parametro debba essere effettuata la calandratura del rivestimento. In mancanza di questa, l’errore di posa sarebbe inevitabile ed assolutamente evidente in termini di complanarità. Un’altra regola da rispettarsi è quella di stabilire i punti di riferimento del rivestimento, normalmente corrispondenti agli assi mediani dei serramenti, il cui allineamento orizzontale e verticale va preliminarmente verificato e preteso. Infine, nella fase di montaggio, deve essere assicurata la “messa in bolla” delle lastre, procedendo, se necessario a spessorazioni, da effettuarsi esclusivamente tra staffa e lastra superiore. Una posa in opera senza riscontri di messa in bolla, porterebbe fatalmente ad errori di allineamento orizzontale ben evidenti sugli angoli dell’edificio, dove l’incontro fra le lastre risulterebbe imperfetto. La frapposizione di spessorazioni fra le lastre, come spesso si vede laddove operano posatori di dubbia estrazione, determina colonne di carico di assoluta pericolosità. Impermeabilizzazione dei serramenti

Prima di posare il rivestimento, è necessario che tutti i contorni dei serramenti risultino impermeabilizzati, poiché, in caso contrario, eventuali infiltrazioni di acqua piovana finirebbero fatalmente per rivolare attraverso gli inevitabili interstizi tra muratura e serramenti stessi. A tale scopo e comunque sempre a carico di chi posa i serramenti o dell'impresa costruttrice, esistono sistemi e materiali di comprovata affidabilità.

Giunti fra le lastre e sigillatura

Per quanto concerne i giunti fra le lastre, vanno considerati due aspetti fondamentali: l'uno di carattere architettonico, l'altro di carattere tecnico. Riguardo al primo, sono certamente preferibili importanti fughe orizzontali fra le lastre, ben visibili a distanza, ma è opportuno che, ad altezza uomo e sotto una certa angolatura, non risultino visibili gli staffaggi, effetto certamente ottenibile con speciali accorgimenti, quali scalinatura delle lastre o interposizione di bandelle decorative o scuretti. L'aspetto tecnico consiste nel fatto che, pur non essendovi normativa in materia, quanto meno nelle nuove costruzioni, si debbano presumere spinte derivanti da assestamenti del fabbricato, movimenti tellurici in eventuali zone sismiche ecc. Tutte queste spinte devono essere assorbite, in modo tale da non creare pericolose colonne di carico, che renderebbero vacui tutti i dimensionamenti. Il nostro consiglio è di prevedere fughe orizzontali fra le lastre non inferiori a 6 mm. e comunque superiori allo spessore delle staffe portanti, che non devono assolutamente appoggiarsi sulle lastre inferiori; in verticale, che siano previsti giunti non inferiori a 3 mm. Per quanto concerne la sigillatura dei giunti, possiamo solo dire che, trattandosi di scelta architettonica, è essenziale che vengano usati prodotti elastici a reticolazione neutra, resistenti a grandi escursioni termiche. Va ricordato che un cattivo sigillante può produrre quegli imbrattamenti e macchie che purtroppo, a volte, si vedono in facciate non sigillate con la dovuta accuratezza.

Tolleranze indicative di lavorazione (UNI 11018 – 7.4)

Per quanto attiene alla qualità della posa in opera, i contratti di appalto o subappalto hanno sempre fatto riferimento ad un concetto di "esecuzione a regola d’arte”, ancorché non se ne sia mai stato definito il significato. La genericità di tale concetto, invocato spesso a giustificazione di contestazioni del tutto strumentali, è stata oggetto di molte diatribe sul piano strettamente giuridico. Finalmente, ora, la UNI 11018, al punto 7.4 (che riportiamo integralmente), è intervenuta a definire, sia pure indicativamente , le tolleranze di esecuzione, ai fini di valutazione dell’opera finita.

Scostamento dalla verticalità (UNI 11018 – 7.4.1)

E’ normale uno scostamento totale dalla verticalità (fuori piombo) pari al maggiore dei due seguenti valori: a) 5 mm per ogni interpiano successivo b) 1/1 000 per ogni interpiano successivo. L’indicazione equivale a richiedere uno scostamento massimo dalla verticalità pari a 5 mm per interpiani alti fino a 5 m e ad un scostamento massimo pari ad un millesimo dell’interpiano stesso per altezze superiori a 5 m

Scostamento dall’orizzontalità (UNI 11018 – 7.4.2)

E’ normale uno scostamento totale dall’orizzontalità per le fughe delle lastre di rivestimento (fuori livello) pari al maggiore dei due seguenti valori: a) 5 mm per pareti larghe fino a 10 m b) 1/2000 (un duemillesimo) della larghezza del prospetto. L’indicazione equivale a richiedere uno scostamento massimo dall’orizzontalità pari a 5 mm per prospetti larghi fino a 10 m e scostamenti pari a un duemillesimo della larghezza della facciata per larghezze della stessa maggiori di 10 m.

Scostamenti parziali (UNI 11018 – 7.4.3)

Per ogni misurazione effettuata su campiture parziali della facciata, quali ad es. le aree di rivestimento tra le finestre del prospetto, la dimensione misurata non deve differire da quella nominale corrispondente per uno scostamento maggiore di 1/500 della stessa. Tale scostamento deve essere recuperato nella porzione successiva della facciata, in modo che, per più campiture consecutive, lo scostamento totale si intende tendente a zero.

Lippage (UNI 11018 – 7.4.4)

E’ ammissibile uno scostamento della planarità per lastre adiacenti (lippage) pari a non più di ½ della larghezza (A) del giunto nominale di separazione tra le due lastre interessate dalla misurazione.


Attenzione: questa pagina contiene sketchs descrittivi in formato dwf; allo scopo di visualizzarli è necessario disporre di Autodesk® Design Review, che consente una più accurata lettura del singolo particolare, con possibilità di zoom, stampa ecc.

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